Dieci anni di illusioni. Storia del ’68
Intorno all’anno millenovecentosessantacinque, l’Occidente era la parte più ricca e più libera del mondo. Sembra dunque che mai l’uomo fosse stato così bene come in quel periodo, e in quella parte del mondo.
Eppure, fu proprio in quel periodo -1965 o giù di lì – e proprio in quella parte del mondo che fermentò la grande rivolta che sarebbe esplosa poco dopo. Dagli Usa alla Francia, dalla Germania all’Italia, un’intera generazione mostrò di non accontentarsi affatto di quel mondo, “così libero e così ricco”, che i genitori avevano preparato per loro.
Diceva, il 16 giugno 1962, il primo manifesto programmatico della contestazione studentesca, quello di Port Huron, Stati Uniti: “Siamo figli della nostra generazione, cresciuti nel benessere, parcheggiati nelle università, e guardiamo al mondo che ereditiamo con sconforto”. E una delle ragazze intervistate dalla “Zanzara”, il giornale studentesco del liceo Parini di Milano al centro, nel marzo del 1966, di uno scandalo nazionale: “Se mi offrissero una vita solo dedita al matrimonio, alla casa e ai figli, piuttosto di vivere così mi ammazzerei”.
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