Aristotele: Etica nicomachea

Ho trovato nel Web questo classico della filosofia. Mi sembra che sia al di sopra di tutte le correnti filosofiche e possa essere condiviso da tutti i cattolici.
Si ammette generalmente che ogni tecnica praticata metodicamente, e, ugualmente, ogni azione realizzata in base a una scelta, mirino ad un bene: perciò a ragione si è affermato che il bene è “ciò cui ogni cosa tende”…
Orbene, se vi è un fine delle azioni da noi compiute che vogliamo per se stesso, mentre vogliamo tutti gli altri in funzione di quello, e se noi non scegliamo ogni cosa in vista di un’altra (così infatti si procederebbe all’infinito, cosicché la nostra tensione resterebbe priva di contenuto e di utilità), è evidente che questo fine deve essere il bene, anzi il bene supremo.
E non è forse vero che anche per la vita la conoscenza del bene ha un grande peso, e che noi, se, come arcieri, abbiamo un bersaglio, siamo meglio in grado di raggiungere ciò che dobbiamo? Se è così, bisogna cercare di determinare, almeno in abbozzo, che cosa mai esso sia e di quale delle scienze o delle capacità sia l’oggetto.

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Descrizione

Aristotele
Nacque a Stagira, nel nord della Grecia nel 384 a.c. All’età di 17 anni andò ad Atene per entrare nell’Accademia di Platone. Vi rimase per ben 20 anni svolgendo attività di insegnamento. Alla morte di Platone, si recò prima ad Asso, nella Troade (Asia minore) e poi nel 345 a Militene, sull’isola di Lesbo. In questo periodo entrò in contatto con Teofrasto, che divenne suo discepolo, e intraprese ricerche biologiche sugli animali.  Nel 343 Filippo lo invitò a corte come precettore di Alessandro, ed egli vi rimase a lungo, fino all’assassinio di Filippo. Nel 335 tornò ad Atene con Teofrasto e svolse attività di ricerca e di insegnamento nel Liceo, originariamente chiamato “peripato”, raccogliendo intorno a sè amici e scolari. Nel 323 però, morto Alessandro in Oriente, prese il sopravvento in Atene la corrente anti-macedone. Aristotele lasciò Atene e si ritirò a Calcide, sull’isola di Eubea, dove morì a circa 62 anni (322 a.c.)

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Autore

Aristotele