D. C. Mondino: San Giuseppe Cottolengo
E’ lo studio dei grandi che ci spinge a grandi cose.
Se l’essere eroi é prerogativa di pochi eletti; se le opere gigantesche sono frutto di poche tempre tenaci ed indomite: se l’abnegazione, se la dedizione assoluta al sollievo dell’umanità sofferente é virtù di pochi entusiasti che vollero e poterono toccare la perfezione spirituale, tutti però possono rispecchiarsi in questo gigante della carità e santità e dal suo esempio vivo, vibrante ritrarre monito ed insegnamento per superare le debolezze umane, per suscitare le assopite energie spirituali, per tendere tutte le facoltà , spesso ricalcitranti, a rendersi utili, benefiche ai fratelli infelici, coll’alleviarne le pene, le sofferenze, i dolori.
La celebrazione dell’erezione del «Cottolengo», di quest’opera meravigliosa, deve ricordare a noi, così freddamente egoisti, l’amore immenso che il Beato Cottolengo nutriva verso gli infelici.
Tutta la sua vita venne consacrata all’esercizio della carità coll’immolazione più sublime: tutta la sua opera venne vivificata dallo spirito di abnegazione e di sacrificio, il più duro, il più spasimante.
Egli ideò e fece sorgere la Piccola Casa a fine di raccogliere sotto le immense e benefiche ali della carità tutte le miserie morali e fisiche dell’umana famiglia, tutti i rifiuti più fetenti e ripugnanti della società.
A chi gli domandava la ragione di tanto amore, di tanto delirio; a chi desiderava conoscere perché il fuoco di sua carità non languisse fra tanti contrasti, fra tante lotte, fra tanti stenti, rispondeva: Charitas Christi urget nos, é Gesù che alimenta in me questa fiamma, che il mio cuore ha convertito in un roveto perennemente ardente.
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Informazioni aggiuntive
Autore | Don Carlo Mondino |
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