D. Giuliotti: Il ponte sul mondo

E’ l’ultimo libro di Domenico Giuliotti, un commento alla Messa.
Né il titolo dell’opera, né i precedenti dell’autore lo farebbero sospettare ai più: esso rivela cioé al «gran pubblico» – e diciamo anche al vaglio dei letterati, degli scrittori, dei critici, come quelli dell’Italia Letteraria che ne menarono rumore (II dicembre 1932) – un Giuliotti nuovo, impensato, inatteso, tanto da «sostituire al proprio un altro temperamento per un riverenziale rispetto della materia».
Ma a noi il libro fa sentire invece il Giuliotti vero, il cristiano di fede, che abbiamo conosciuto fino dai giorni tristi e torbidi della guerra, mite, pio, non di altro smanioso che di vedere il vero e fare il bene, spargendo largamente l’uno e l’altro quanto può; e ciò sopra tutto col far trovare e rivivere la fede a chi non la conosce o l’ha abbandonata, com’egli l’aveva abbandonata un tempo e con lui l’amico fraterno Giovanni Papini: del quale fin d’allora egli ci faceva presentire, nei traviamenti stessi che ci addoloravano, i primi passi del ritorno.
In questo commento non vediamo dunque noi, col profano del periodico citato, «un trasformismo di gusto molto dubbio»; ammiriamo invece un adattamento di animo buono e generoso al gusto e al sentimento del popolo cristiano: tanto l’autore con lo stile e il linguaggio, non chiesastico, ma sempre esatto e insieme fresco, brioso, efficace, fa penetrare e internarsi il lettore sempre più addentro alla sacra liturgia nelle sue manifestazioni più alte e più divine del Sacrifizio e del Sacramento dei nostri altari.<br>E tanto basti per il meritato elogio del libro e il caldo augurio della più fruttuosa diffusione. (da: Civiltà Cattolica, Vol I, 1933, pagg. 187-188)