Le dottrine romane sul liberalismo
Per quale ragione il propagatore della devozione al Sacro Cuore di Gesù e dell’«Apostolato della Preghiera» scrive un libro di dottrina sociale della Chiesa?
Perché la vita interiore, quando ben compresa e seriamente vissuta, non può non “traboccare” nella vita pubblica.
Padre Ramière è consapevole che la dimensione sociale è innata in ogni uomo: ma le cose che più ci stanno a cuore possono venire minacciate dallla società.
Quando poi i valori iscritti nella natura umana si intrecciano, divengono convinzioni fortissime: il paese, la famiglia, i beni materiali, avranno “ipso facto” una proiezione sociale.
Perciò, dalla forma data alla società, dipende molto della salvezza della nostra anima.
Il volume che oggi presentiamo è come un’anteprima del successivo «Le règne social du Coeur de Jesus» (Tolosa, tipi del Messager du Coeur de Jesus, 1892).
La dottrina della regalità sociale di Cristo culminerà nell’Enciclica «Quas primas» (1925), ma nasce e conosce le sue prime articolazioni in Francia a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento. Il principale elaboratore e promotore è proprio Henri Ramière.
Il nucleo centrale di questa dottrina poggia sulla teologia della storia e si fonda sulla prospettiva agostiniana, secondo cui la Provvidenza opera per consentire, tramite la Chiesa, l’instaurazione di una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio.
Contraddistinta da un forte slancio attivistico (alternativo all’atteggiamento di passiva attesa dell’apocalisse divina) affermato da autori come Juan Donoso Cortés e Joseph de Maistre e alimentata spiritualmente dalla devozione al S. Cuore di Gesù, essa sostiene la necessità di un fattivo impegno dei fedeli per la realizzazione del regno sociale di Cristo, inteso come istituzione di una società antitetica agli ordinamenti prodotti dalle varie fasi della Rivoluzione.
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