P. Mattiussi S.J.: Le XXIV tesi della filosofia di S. Tommaso
La visione filosofica del P. Mattiussi fu ancorata fermamente ai dettami teologici diffusi dal Concilio Vaticano I (1868-70), nati dalla constatazione che la scolastica costituiva l’unico sistema di pensiero che potesse dare una risposta compiuta e definitiva ai problemi legati alla conoscenza di Dio e della natura delle cose.
Per la sua attività filosofica e per quella di polemista il M. si guadagnò la fama di esponente di punta dell’antimodernismo milanese, nonché di «cane poliziotto dell’ortodossia ufficiale». Di conseguenza subì anche l’ostracismo di quella parte del mondo cattolico moderata, che sempre cerca l’accordo con il mondo.
La stessa Compagnia di Gesù, alla quale il M. apparteneva, più propensa alla polemica sfumata e al compromesso, non ne approvò fino in fondo l’operato, tantoché non lo elevò mai a importanti cariche istituzionali, nonostante la sua chiara fama di studioso.
A partire dal 1911 collaborò alla Rivista di filosofia neoscolastica con articoli di carattere speculativo. Alcuni suoi importanti scritti apparvero anche nella rivista dei gesuiti Civiltà cattolica, dove dal 1914 al 1916 pubblicò a puntate Le XXIV tesi della filosofia di s. Tommaso d’Aquino approvate dalla S. Congregazione degli studi, successivamente riunite in volume (Roma 1917). L’opera, che ebbe diverse edizioni, fu proposta dopo la prima guerra mondiale come modello filosofico per tutte le scuole cattoliche.
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