S. Alfonso M. de’ Liguori: Apparecchio alla morte

Nel mese di novembre la liturgia ci invita a ricordare i nostri defunti e, con ciò, i novissimi: morte giudizio, inferno e paradiso.
Il volume che oggi rendiamo scaricabile tratta proprio delle “realtà ultime” e si compone di trentasei meditazioni, ciascuna con tre punti sui quali applicare il metodo della meditazione: memoria, intelletto, volontà (sul come meditare si veda A. Rodriguez, “Esercizio di perfezione“, in questo stesso sito).

Molti pontefici e anche San Giovanni Bosco consigliarono l’Apparecchio alla morte: vedi “Il giovane provveduto, Lettura spirituale e parola di Dio”.
L’opera va valutata – e il suo successo compreso – tenendo conto:
(1) del momento storico e dell’ambiente in cui si formò (essa segnò, negli anni della soppressione della Compagnia di Gesù, la definitiva vittoria delle dottrine morali che la Compagnia più aveva patrocinate, e alle quali giansenisti e quietisti s’erano opposti),
(2) dell’attività pratica di cui fu il coronamento, delle esigenze e dei bisogni cui rispose.

Non avrebbe senso confrontarla con libri nati in altro ambiente e per altri fini: bisogna sempre ricordare ch’è l’opera di un pastore di anime, il quale nel ministero del confessionale è avvezzo a scorgere tutte le debolezze dell’uomo, e, pur essendo egli stesso un asceta, conosce come si rischi di spronare il devoto alla rivolta, forzandolo a camminare su troppo aspri sentieri.
In tale opera il pastore, forte della propria esperienza, mira soltanto a fornire una guida e una direttiva ad altri pastori di anime, e a dire al popolo le parole più atte a muovere il suo cuore.

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Descrizione

La vita terrena di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Doctor Zelantissimus, può considerarsi una pioggia di grazie celesti, in un’epoca in cui l’illuminismo spargeva i suoi errori in Europa.

Sant’Alfonso presta fin da subito la sua energica mano alla Chiesa travagliata da attacchi interni ed esterni, e si prodiga per migliorare le condizioni spirituali e le sorti materiali del popolo.
Nel «secolo dei lumi» che escludeva Dio dal suo orizzonte, il santo ridava la giusta misura alla ragione e scriveva opere basilari di apologetica.

Il suo carattere positivo lo orienta verso i problemi più immediati della vita dei credenti, scossi nella fede e nelle certezze tradizionali da nuovi movimenti culturali e religiosi, soprattutto
– l’illuminismo, che minava alle fondamenta la fede cristiana, e
– il giansenismo, sostenitore di una dottrina della grazia che, invece di alimentare la fiducia e animare alla speranza, portava alla disperazione
– o, per contrasto, al disimpegno del quietismo.