Descrizione
Il mondo d’oggi fa il processo ai contemplativi.
Se comprende e rispetta, e qualche volta ammira – bontà sua! – quei religiosi e quelle suore che si dedicano a un’attività assistenziale o educativa; se spinge il suo spirito di tolleranza fino a giustificare coloro che vanno in missione in terre barbare per conquistare anime a Cristo ed elementi utili al progresso del mondo; non ammette lo scandalo di tanti uomini e donne che si allontanano nel fior della vita dalla società, sfuggono al consorzio umano e si appartano dietro gli alti muri di un chiostro e le grate di una chiesa: unità improduttive, peso morto della civiltà contemporanea, basata sull’attivismo e sull’efficienza, evasori del compito comune di costruire e sostenere la famiglia umana.
La Chiesa Cattolica romana segue un criterio diverso: ciò che conta soprattutto per la beatificazione e canonizzazione è l’eroicità delle virtù dimostrate in vita. Il fatto che il corpo si sia mantenuto incorrotto è un accessorio, e non fa che confermare, se mai, l’esame delle virtù. Ed è un criterio più conforme alla prudenza, giacché l’incorruttibilità può essere una mera coincidenza o dipendere da fattori estranei, quali per esempio la natura del suolo, come avvenne per Napoleone Bonaparte le cui spoglie furono rinvenute intatte nel momento in cui furono esumate a Sant’Elena prima di trasportarle in Francia. Tuttavia, in certe circostanze, l’incorruttibilità ha potuto essere considerata fra i miracoli che la Chiesa esige per la beatificazione o la canonizzazione.
Il corpo di Santa Caterina ha mantenuto per cinque secoli una caratteristica che non è comune a tutti i santi corpi incorrotti: la flessibilità del tronco e degli arti, per cui fu possibile collocarla seduta su una poltrona, dove si regge senza sostegni, come il corpo d’una persona viva.